Un recente rapporto analizza i dati sul commercio del miele e mette in luce questioni chiave che spiegano la situazione critica che stanno vivendo gli apicoltori dell’UE, tra cui la concorrenza sleale, il miele adulterato e le importazioni non sostenibili.
Il mercato europeo del miele affronta una crisi causata dal cambiamento climatico, dall’aumento dei costi di produzione, dalle importazioni a basso costo e dalla diffusa frode nel settore. Nel 2022, l’UE ha prodotto solo il 60% del miele di cui aveva bisogno, mentre il 36% è stato importato dalla Cina. Gran parte del miele importato non rispetta gli standard qualitativi europei, spesso a causa di etichettature fuorvianti e dell’aggiunta di sciroppi zuccherini. Questa situazione minaccia la sopravvivenza degli apicoltori, la sicurezza alimentare e la biodiversità nell’UE, poiché le popolazioni di api insufficienti stanno già compromettendo l’impollinazione in alcune regioni, e gli impollinatori selvatici non bastano.
Il rapporto propone soluzioni potenziali, come il miglioramento della tracciabilità, il rafforzamento dei controlli e l’adeguamento dei prezzi di importazione ai reali costi di produzione. È necessario agire subito per salvaguardare il settore apistico e tutelare i servizi di impollinazione fondamentali per l’agricoltura.
